Ecco perché vogliono spazzar via i navigator
di Dolores Bevilacqua
Colpire il Reddito di cittadinanza e il sistema che lo regge è una chiara volontà politica della destra, come dimostra la presa di posizione da parte del Ministero del lavoro che ha stoppato la proroga dei contratti dei navigator prevista in Sicilia dal Presidente di regione.
Il boicottaggio della misura di sostegno ai poveri però non è cosa nuova e parte dal primo giorno: per esempio, 14 regioni su 20 governate dal centrodestra hanno “dimenticato” per lungo tempo di provvedere al rilancio dell’attività dei centri per l’impiego, non usufruendo del miliardo di fondi statali stanziati dal Governo Conte. Va ricordato, infatti, che la legge sul Rdc è nazionale, ma la competenza per le politiche attive del lavoro è regionale. Insomma, non hanno volutamente speso i soldi, paralizzando di fatto una parte essenziale della struttura del Reddito di Cittadinanza. Le regioni in mano al centrodestra hanno così impedito di trovare un lavoro ai percettori e soprattutto hanno alimentato sui media la narrazione del fannullone che non vuole lavorare quando in realtà è stata una precisa volontà politica quella di non avviare il rilancio dei centri, fondamentali per l’incrocio della domanda e dell’offerta di lavoro per i percettori del RdC che chiedono solo un’occupazione dignitosa, colpevole manchevolezza per boicottare il RdC.
Adesso vogliono spazzare via i navigator, figure appositamente formate e che in Sicilia sono state fondamentali per la situazione particolare della regione, in cui i centri per l’impiego sono già da tempo al collasso. La proroga dei contratti almeno fino a dicembre richiesta dal governatore della Sicilia per i 300 navigator serviva proprio a sostenere il sistema in attesa che dai concorsi banditi con ritardo arrivassero le risorse umane necessarie ad uscire dalle criticità del sistema. Ma la destra dice no, ha stoppato la Regione siciliana e dice sostanzialmente che decideranno loro.
Non da ultimo preoccupa l’inconsistenza sul piano politico e decisionale del governatore Schifani, la cui decisione di prorogare i contratti è stata nettamente rigettata dal governo centrale in cui dovrebbe, invece, trovare sponda e sostegno visto che è espressione delle stesse forze politiche di appartenenza.
Questa la dice lunga, purtroppo, su come ancora una volta la Sicilia e il Sud siano visti solo come bacino di voti durante la campagna elettorale per poi tornare ad essere in fondo all’agenda politica nazionale di certa politica.